Skip to main content

Giorno: 1 Febbraio 2016

fEMPOWER: il libro

fEMPOWER: il libro

Una esperienza di gruppo per donne vittime di violenza nelle relazioni sentimentali.

Dal 2006 al 2019 la dott.ssa Grilli ha collaborato con il centro antiviolenza di Ancona “Donne e Giustizia”. All’interno di questa collaborazione è stato realizzato un laboratorio di donne, sopravvissute alla violenza maschile, che desiderano ricostruire se stesse, riprendere in mano la propria vita, che la violenza aveva tentato di scippare, schiacciare, annichilire. Una volta ritrovata la libertà dalla violenza, la sfida è quella di rimettere insieme i pezzi, per tornare ad essere serene, con una sana fiducia in se stesse, capaci di difendere i propri diritti, concentrate sul proprio benessere personale.

Il gruppo fEMPOWER mirava a fornire alle donne che lo desideravano uno spazio nel quale liberamente esprimere se stesse, in un clima di accoglienza e di rispetto. La relazione fra donne è già un elemento di sostegno psicologico importante, di grande aiuto nel contrastare gli effetti devastanti della violenza psicologica (insulti, squalifiche, umiliazioni, minacce, intimidazioni, persecuzioni, controllo, isolamento, svalutazione, colpevolizzazione). Il gruppo è inoltre uno spazio di elaborazione e di innalzamento della consapevolezza rispetto alle seguenti aree:

  • conoscenza delle dinamiche della violenza e delle strategie di fronteggiamento ed autoprotezione;
  • conoscenza e gestione dell’ansia e delle paure;
  • affermazione personale e difesa dei propri diritti attraverso la comunicazione assertiva.

Dal laboratorio realizzato nel primo anno di attività del gruppo, è nato il libro FEMPOWER, che può essere una utile traccia per riproporre il laboratorio anche in altri contesti.

Scarica l’ebook in formato kindle

Scopri i servizi dedicati alle donne

Continua a leggere

Disturbo da attacchi di panico

Disturbo da attacchi di panico

Chi soffre di attacchi di panico ha improvvisi e ripetuti episodi di ansia molto intensa, che possono durare alcuni minuti, in situazioni in cui non vi sono pericoli reali. Le paure più ricorrenti sono quelle di perdere il controllo di sé, di diventare pazzi, di morire improvvisamente (ad esempio per un attacco cardiaco) oppure di svenire. Il primo impulso è quello di fuggire dalla situazione in cui ci si trova. I sintomi fisici più comuni sono tachicardia, palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, senso di sbandamento, giramento di testa, torpore, formicolio, brividi.

Gli attacchi di panico possono accadere in qualunque momento, per cui alla fine si sviluppa la paura di avere un altro attacco. Quest’ultimo timore finisce per limitare la vita sociale e lavorativa di chi ne soffre, che inizierà ad evitare le situazioni in cui ha sperimentato un attacco.

La prima buona notizia per chi ha sperimentato attacchi di panico…

… è che nessuno dei timori che ha sono destinati ad avverarsi.

La tachicardia non significa che sta per arrivare un attacco cardiaco, ma solo che il proprio corpo è iper-attivato, come comunemente avviene quando si è in ansia; i giramenti di testa o la sensazione di avere la testa leggera non significano che si sta per diventare pazzi, né che si sta per svenire, è solo il prodotto dell’iperventilazione.

Tutti i sintomi fisici che si sperimentano, di fatto, sono il risultato dell’attivazione del nostro sistema di protezione dalla minaccia. La paura di perdere il controllo e di fare gesti inconsulti o impulsivi non è reale: anzi il controllo in quel momento è perfino maggiore di quello di cui si avrebbe bisogno. E nessuno con un disturbo d’ansia è destinato a diventare pazzo.

La seconda buona notizia…

… è che sono state messe a punto, negli ultimi decenni, tecniche con una buona efficacia per la remissione di questa sintomatologia. In particolare la terapia cognitiva – che identifica e modifica gli schemi di pensiero disfunzionali che tengono in vita l’ansia – e la terapia comportamentale – che permette la desensibilizzazione dell’ansia nelle situazioni a cui essa è associata.

Approfondisci altri disturbi d’ansia

Continua a leggere

Violenza nelle relazioni intime

La violenza domestica consiste in una serie continua di maltrattamenti fisici, sessuali e psicologici agiti all’interno di una relazione intima da uno dei partner ai danni dell’altro allo scopo di ottenere e mantenere una posizione di potere e controllo.

Per le Nazioni Unite la violenza sulle donne rappresenta “una manifestazione della storica disparità di potere nei rapporti tra uomini e donne.”
Esiste una vasta letteratura internazionale sulla ricaduta della violenza sulla salute delle donne e dei bambini. Oltre ai danni fisici e alle invalidità, le conseguenze più frequenti sono anche di natura psicologica: disturbi d’ansia, depressione, disturbi alimentari. Non solo: la violenza che si consuma tra le mura domestiche produce isolamento dal contesto sociale e impoverimento in termini di competenze sociali, partecipazione e libertà.

Le vittime possono trovarsi ad essere intrappolate in una relazione maltrattante a causa di innumerevoli fattori, di cui il principale è il timore di ulteriori e più drammatiche violenze in seguito ad una eventuale separazione, fenomeno ormai noto col termine “stalking”.

Ricerche internazionali rilevano come anche qualora l’interruzione della relazione abusante non comporti rischi concreti per l’incolumità della donna, dopo la separazione comunque sale il rischio per la sua salute psichica, in termini di aumentata probabilità di incorrere in una sintomatologia depressiva causata sia dalle condizioni di vita particolarmente dure che dalle conseguenze della violenza subita sull’autostima e la capacità di auto-determinazione.

Terapia cognitivo-comportamentale

Terapia cognitivo-comportamentale

Lapsicoterapia cognitivo-comportamentaleha avuto uno sviluppo notevolissimo negli ultimi decenni, fino a diventare la più promettente forma di psicoterapia con efficacia validata. Essa combina insieme:

1. La psicoterapia comportamentale, che aiuta a modificare la relazione fra le situazioni nelle quali vengono sperimentate le difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona mette in atto in tali circostanze, mediante l’apprendimento di nuove modalità di risposta e il fronteggiamento attivo degli stati di disagio.

2. La psicoterapia cognitiva, che aiuta a individuare pensieri ricorrenti, schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono antecedenti alle forti e persistenti emozioni problematiche vissute dal paziente, rivedendoli alla luce di un pensiero più realistico e più funzionale al proprio benessere.

Di seguito le principali caratteristiche della terapia cognitivo-comportamentale:

È scientificamente fondata

Privilegia la psicologia sperimentale ed il metodo scientifico; la sua efficacia nel trattamento di numerosi disturbi psicologici è stata convalidata empiricamente.

È a breve termine

La durata del percorso è legata al fatto che esso è orientato ad uno scopo e focalizzato sulla risoluzione di problemi psicologici concreti.

È centrata sul presente e sul futuro

Il ricordo di eventi passati può essere utile per capire come determinati problemi si sono strutturati nel tempo, ma difficilmente è sufficiente a risolverli. La terapia cognitivo-comportamentale al contrario mobilita le risorse attuali del paziente e suggerisce strategie con una utilità pratica nel qui-e-ora.

È efficace a lungo termine

L’efficacia è legata al fatto che la terapia aiuta il paziente a strutturare una serie di abilità che entrano a far parte del suo repertorio comportamentale. Una serie di ricerche dimostra che i cambiamenti ottenuti con queste tecniche si mantengono nel tempo. È stato ampiamente dimostrato che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace almeno quanto gli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma molto più efficace nel prevenire le ricadute.

Terapie cognitivo-comportamentali di terza generazione nelle quali la dott.ssa Grilli si è formata:

COMPASSION FOCUSED THERAPY

SCHEMA THERAPY

Approfondimenti

FILOSOFIA DEL TRATTAMENTO

SCEGLIERE UNA PSICOTERAPIA

Continua a leggere