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Sopravvivere alla violenza

La violenza lascia dei segni, non solo fisici. Una donna che ha subito maltrattamenti può sentirsi annullata, priva di valore, incapace, indegna di affetto, spaventata, o addirittura colpevole degli stessi abusi di cui è stata vittima.

La strada per ricostruire se stessa e una vita soddisfacente passa attraverso 4 “A”:

Autostima

In opposizione alla squalifica e alla denigrazione, è possibile ricominciare a credere in se stesse e costruirsi un’immagine di sé positiva, di valore e dignità personale.

Autonomia

In opposizione alla limitazione della libertà e alla dipendenza, è possibile ristabilire un giusto livello di auto-determinazione, indipendenza e affermazione personale.

Assertività

In opposizione all’isolamento e alla passività, è possibile allargare la propria rete sociale e comunicare con gli altri in modo positivo, autentico, assertivo.

Affettività

In opposizione alla sottomissione, all’esagerata gelosia e al controllo, è possibile ricominciare a stabilire relazioni affettive caratterizzate dal rispetto e dalla parità.

Chi è uscito da una storia di abusi e di sopraffazioni non ha un destino segnato di sofferenza e sottomissione. La violenza cambia le persone, che però hanno sempre la possibilità di prefiggersi quegli obiettivi di crescita personale che la violenza ha ostacolato, inibito, frustrato per molto tempo.

A volte, per riprendere contatto con la persona che si era prima di attraversare l’inferno degli abusi, è necessario uno spazio in cui poter dire l’indicibile, estrarlo da sé, analizzarlo prima di accantonarlo. Infine, riposizionare lo sguardo sul presente e sul futuro e sulla nuova vita che ci si ripropone.