Il ciclo dell’ansia
L’ansia è una reazione normale e sana, ma potrebbe diventare cronica attraverso il meccanismo definito “ciclo dell’ansia”.
L’ansia costituita da una serie di cambiamenti nel corpo e nel modo di pensare e comportarsi che ci permette di fronteggiare e rispondere rapidamente a minacce e pericoli per la nostra vita.
Facciamo un esempio.
Stai attraversando la strada fuori dalle strisce pedonali. A un certo punto vedi che un’auto sta sopraggiungendo velocemente e non accenna a rallentare per permetterti di completare l’attraversamento. Allora inizi a correre per metterti in salvo sul marciapiede qualche metro più in là. Il cervello rileva il pericolo e in automatico il corpo si attiva:
- Il battito cardiaco accelera e la pressione del sangue aumenta;
- La capacità del sangue di coagularsi aumenta, in preparazione ad una possibile lesione;
- La sudorazione aumenta, per aiutare a raffreddare il corpo;
- Una quantità di sangue è dirottata sui muscoli, che si tendono, pronti all’azione;
- La digestione rallenta;
- Diminuisce la produzione di saliva, causando secchezza delle fauci;
- Il ritmo del respiro accelera, le narici e i passaggi di aria si dilatano, per far affluire velocemente più ossigeno;
- Il fegato rilascia zuccheri, per fornire energia;
- Gli sfinteri si contraggono per chiudere intestino e vescica;
- Le risposte immunitarie si indeboliscono, il che è utile a breve termine per permettere una risposta massiccia all’immediato pericolo.
Tutto questo accade per permetterti di raggiungere velocemente il marciapiede ed evitare di venire investito.
Questa reazione, definita di “attacco-fuga”, è la stessa che sperimentiamo quando siamo in ansia, spaventati, preoccupati, agitati. Nel corpo puoi osservare alcune delle seguenti sensazioni (in misura maggiore o minore a seconda dell’entità della minaccia percepita):
- Tremori;
- Irrequietezza;
- Tensione muscolare;
- Sudorazione;
- Fiato corto;
- Tachicardia;
- Tuffo al cuore;
- Mani fredde e sudate;
- Respiro affannoso;
- Secchezza delle fauci;
- Vampate di calore o brividi;
- Nausea;
- “Farfalle” nello stomaco.
Ora, la risposta del nostro corpo è identica, sia che la minaccia vada affrontata con uno sforzo fisico, sia che dobbiamo rispondere verbalmente a una critica aggressiva di un collega, oppure che temiamo una figuraccia parlando davanti a un pubblico, oppure che il medico ci dà una cattiva notizia sulla nostra salute, casi cioè in cui la soluzione non è certo combattere o mettersi a correre. La biologia è veramente di poco diversa da quella che caratterizzava i nostri antenati alle prese con un animale feroce. E perciò facciamocene una ragione, è così che funzioniamo.
A un certo punto però, può accadere qualcosa di più, alle persone più propense a preoccuparsi o ad allarmarsi eccessivamente. Osservando la propria reazione d’ansia, ne sono disturbati e iniziano a preoccuparsi per l’ansia stessa. Alcuni esempi di pensieri di preoccupazione:
- Ancora una volta sto dimostrando di essere debole;
- Sono troppo emotivo, non so affrontare le situazioni;
- Vedendomi così, le persone penseranno che sono incapace;
- Il cuore batte troppo velocemente … mi starà venendo un infarto?
- Sono arrossito, che vergogna!
Ciò causa, naturalmente, una ulteriore attivazione del sistema attacco-fuga, portando ad un circolo vizioso. Se non si riesce a interrompere questo circolo, il problema d’ansia diventa cronico.