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Giorno: 8 Settembre 2017

Depressione al femminile

Depressione al femminile

La ricerca ha più volte evidenziato che le donne sono più vulnerabili alla depressione rispetto agli uomini. Analizziamo i motivi per cui questo è vero.

La predisposizione alla depressione è il prodotto della storia di vita: le persone che hanno appreso una visione pessimistica e il senso di impotenza di fronte agli eventi, hanno una maggiore probabilità di incorrere in una sintomatologia depressiva, di solito in seguito a eventi cosiddetti “precipitanti”, cioè situazioni problematiche, difficili o critiche che richiedono capacità di problem solving e di azione tenace, perseverante, efficace. Di fronte a questo tipo di stress, gli individui più predisposti alla depressione rispondono in modo inadeguato e inefficace, fallendo nel raggiungimento dei propri obiettivi. Le convinzioni pessimistiche della persona e il suo senso di impotenza si rafforzano in seguito al fallimento, e la probabilità di ritrovarsi in una nuova situazione di stress aumenta. A questo punto diventa un circolo vizioso.

Si è tanto più protetti dal rischio di depressione quanto più alto è il livello di AUTOEFFICACIA, cioè la sensazione di essere efficaci nel gestire gli eventi, la fiducia di possedere le capacità di affrontare e risolvere un problema, la convinzione di poter raggiungere determinati risultati mettendo in atto precisi comportamenti. L’autoefficacia si apprende nella vita, attraverso l’osservazione del comportamento altrui, attraverso l’incoraggiamento ricevuto da bambini nell’affrontare sfide via via più difficili, attraverso l’esperienza di successi nel superare tali sfide.

Questo è vero sia per gli uomini che per le donne. Allora perché queste ultime sono maggiormente esposte al rischio di depressione? La biologia non sembra riuscire a dare spiegazioni in merito, mentre la psicologia sociale sì, andando ad investigare la socializzazione dei bambini e delle bambine.

Nella maggiore predisposizione femminile alla depressione ha un ruolo fondamentale il PATERNALISMO.

In un setting sociale altamente paternalistico, un individuo può contare su altri per risolvere un problema o affrontare una sfida di vita, evitando di assumersi in prima persona le responsabilità, con la conseguenza di avere ridotte opportunità di assumersi dei rischi e di perfezionare le abilità e le competenze necessarie per fronteggiare in prima persona le difficoltà. Questo avviene sia per i bambini che per le bambine, dai quali naturalmente non ci si aspetta che siano da soli in grado di gestire delle situazioni problematiche. Al crescere dell’età, tuttavia, le bambine e le ragazze permangono in un setting paternalistico per un tempo maggiore rispetto ai bambini e ai ragazzi, probabilmente sulla base di stereotipi che etichettano le femmine come più delicate, fragili e bisognose di aiuto e protezione. Mentre i maschi vengono più facilmente incoraggiati a confrontarsi con la realtà, assumersi rischi ed essere attivi, dalle femmine ci si aspetta maggiore cautela, passività e una minore capacità di cavarsela da sole. Il risultato è che queste ultime, di fronte ad un problema, vengono meno spesso incoraggiate a confrontarsi da sole, ottengono più facilmente informazioni e consigli sul da farsi o addirittura trovano qualcuno che si sostituisce a loro nell’azione. Anche da adulte le donne, secondo un codice non scritto di norme sociali, si suppone debbano essere protette e guidate, mentre si suppone che gli uomini siano più capaci ed esperti.

Come si può intuire, l’atteggiamento paternalista incide pesantemente sul senso di autoefficacia e sull’esperienza di vita delle donne, che effettivamente avranno una maggiore probabilità di dubitare delle proprie capacità, di percepirsi deboli, vulnerabili e fragili di fronte alla vita e quindi più predisposte alla depressione.

Naturalmente questo non è un destino inevitabile: la cultura sessista sta cambiando nel tempo, le donne hanno via via sempre più opportunità di mostrare il proprio valore e di costruirsi una percezione di sé diversa rispetto a decenni o secoli fa. Una percezione di forza e competenza.

Se ci si ritrova nelle problematiche illustrate in questo articolo, avere un confronto professionale per comprendere come questi aspetti possano aver influito sulla propria vita può essere importante.

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