Ogni esperienza che mette alla prova le nostre difese senza abbatterle aumenta la nostra resistenza psicologica e le nostre abilità di fronteggiamento.
Le persone hanno modalità diverse di risposta all’ansia per la propria salute e modalità diverse di gestire la paura. L’emergenza Coronavirus ci ha posto di fronte a questi aspetti in un modo potente, ponendoci in una dimensione di incertezza collettiva, come mai prima d’ora. Non sapere cosa ci riserva il futuro, con che tempistica potremo tornare alla “normalità” che conoscevamo, il fatto di non avere ancora cure efficaci nel caso di un contagio che è ancora possibile, ci pone in un prolungato stato di indeterminatezza e disorientamento che come esseri umani mal tolleriamo. Tutti infatti sentiamo il bisogno di uno stato interno di equilibrio e della sensazione di avere il controllo sulla nostra vita. L’esperienza di stress prolungato a cui siamo sottoposti ci dà invece la sensazione di un controllo che ci sfugge. A questo contribuiscono le restrizioni necessarie al contenimento della diffusione del virus, che inevitabilmente limitano la nostra libertà, ponendoci ancora di più nel senso di impotenza rispetto ad azioni anche banali a cui eravamo abituati e che ora sono off limits.
Non ci piace sentirci così, minacciati e vulnerabili, e vorremmo poter agire per ripristinare il controllo. Ma se questo non è possibile nell’immediato, significa che siamo destinati a vivere nell’ansia continua o nella depressione? Ovviamente no, perché sappiamo che se non siamo nella condizione di poter cambiare attivamente la situazione, possiamo però agire per cambiare come ci sentiamo rispetto alla situazione stessa. In altre parole, se anche ci sfugge il controllo su quello che ci accade intorno, possiamo sempre avere il controllo dei nostri pensieri e stati d’animo.
La nozione biologica di immunizzazione funziona anche in ambito psicologico: se a un individuo è stata data l’opportunità di avere a che fare con una situazione stressante, egli sarà capace in futuro di cavarsela con successo, padroneggiando in senso psicologico una situazione simile o di intensità un po’ più grande. Ciò produce senso di fiducia in sé, speranza e una percezione di controllo.
A distanza di alcuni mesi dall’inizio del lockdown, abbiamo tutti certamente sperimentato emozioni diverse, che vanno dalla frustrazione alla rabbia, dalla preoccupazione alla paura, dalla rassegnazione alla serenità. Questi mesi sono stati un importante osservatorio e un’importante palestra, in cui abbiamo potuto monitorare come reagiamo di fronte all’impotenza e affinare le strategie che ci sono più familiari per farvi fronte, alcune più efficaci di altre per ripristinare il nostro equilibrio.
Ecco alcune domande, rispondendo alle quali è possibile mettersi a fuoco e comprendere qualcosa in più di sé:
ATTENZIONE: se le tue risposte sono tutte del tipo: non ho capacità, non ho risorse, non sono riuscito in niente… torna su, ripercorri le domande con maggiore onestà verso te stesso/a e guardando con obiettività tanto le criticità quanto le risorse che hai senza ombra di dubbio dimostrato di possedere.
Determinate abilità apprese sul campo possono essere generalizzate, cioè applicate a una varietà di altre situazioni. Ritagliarsi uno spazio di tempo per riflettere sulle proprie reazioni e le proprie risorse in tempi difficili ci permette di essere consapevoli del bagaglio di abilità e competenze di cui disponiamo e che ci saranno utili per affrontare futuri momenti di stress e di incertezza. Questo alimenta la nostra autostima, la sensazione di farcela per quanto sia dura e l’intraprendenza, in opposizione ai sentimenti di disperazione passiva.
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