Disturbi dell’umore
I disturbi dell’umore sono condizioni che implicano alterazioni patologiche del tono dell’umore.
In tutti noi l’umore è la tonalità di base dell’affettività, che può variare anche rapidamente, in risposta a stimoli interni ed esterni, senza che questo assuma connotazioni patologiche. Anzi, le fluttuazioni tra tristezza ed euforia sono perlopiù funzionali: ci permettono un adattamento del nostro comportamento al variare delle condizioni ambientali, modulando la spinta all’iniziativa e motivando alla ricerca di soluzioni originali.
Si parla di patologia quando i vissuti emotivi sono tanto intensi da divenire un disagio prolungato nel tempo e capace di compromettere il funzionamento sociale e lavorativo della persona. In altre parole, le oscillazioni dell’umore sono di un’ampiezza e di una durata che vanno al di là della necessità adattiva e ci si ritrova a non essere più in sintonia con l’ambiente. In particolare la depressione maggiore comporta il rischio di suicidio.
L’approccio cognitivo-comportamentale ha approfondito in particolare gli aspetti cognitivi di questi disturbi, cioè gli schemi mentali, le credenze, i pensieri, le percezioni soggettive – in particolare la percezione di sé, del mondo e del futuro – che vi sottostanno. Ha inoltre messo in luce le strategie comportamentali che più di altre sono disfunzionali, in quanto capaci di tenere in vita il problema e alimentarlo, in contrapposizione alle strategie comportamentali più efficaci nel riappropriarsi della propria vita.