Disturbi d’ansia
Per ansia si intende un complesso di reazioni emotive accompagnate da manifestazioni quali tensione, tremore, sudorazione, palpitazioni, tachicardia, vertigini, nausea.
Le situazioni nelle quali si prova ansia riguardano un pericolo percepito: l’ansia sale quando la persona valuta il pericolo come imminente e grave, mentre diminuisce quando sente di poter gestire la situazione. Tale reazione è considerata adeguata se innescata da un pericolo reale e se scompare quando il pericolo viene a cessare: essa infatti stimola il soggetto ad agire e ad affrontare il problema. Si parla invece di ansia patologica quando il livello raggiunto non è proporzionale alla situazione minacciosa oppure quando un pericolo reale non esiste o non esiste più.
Di seguito alcuni esempi di circostanze più tipiche in cui emerge quest’ansia disfunzionale:
- avere paura di uscire di casa, o di trovarsi in luoghi poco familiari, immaginando la possibilità di avere un malore e non poter ottenere aiuto;
- avere paura di dover affrontare una prova d’esame o un colloquio di lavoro, anticipando un sicuro fallimento nonostante la preparazione e le competenze possedute;
- avere paura di animali innocui;
- evitare determinati luoghi o situazioni immaginando che qualcosa di terribile potrebbe avvenire, ad esempio i luoghi chiusi e stretti;
- non riuscire a viaggiare, ad esempio in auto, in aereo, in treno;
- temere in modo ossessivo determinate malattie nonostante il rischio oggettivo di contrarle sia molto basso.
L’elenco potrebbe essere infinito, in quanto qualunque cosa o situazione potrebbe essere associata ad un livello d’ansia irragionevole.
Qualunque tipo di disturbo d’ansia e di fobia può efficacemente essere affrontato attraverso la terapia cognitivo-comportamentale, individuata dalle linee guida internazionali come il trattamento di prima scelta in questi casi.